Erba (Como). Una mozione presentata dai gruppi consiliari della maggioranza di centrodestra del Comune proponeva di intitolare una via ad Alberto Airoldi, podestà della città negli anni Trenta e Quaranta e in seguito aderente alla Repubblica di Salò. Una mozione che voleva l’intitolazione ad Airoldi del primo tratto di via Crotto Rosa (dove si trova il Teatro Licinium, da lui fondato).
Una mozione da discutere in consiglio comunale lunedì 15 luglio, alla presenza del sindaco, Veronica Airoldi, che – guarda un po’ – dell’ex podestà è nipote.
Si sono mobilitati tutti: Anpi, sindacati confederali, Libera, le Acli, Arci, Pd, Rifondazione, Articolo Uno e Como Senza Frontiere.
I promotori del presidio hanno condannato “il tentativo di equiparare fascismo e antifascismo, proponendo nella stessa mozione anche l’intitolazione di un’altra via a monsignor Aristide Pirovano, partigiano che collaborò attivamente all’espatrio di ebrei e antifascisti durante gli anni della guerra”. Come ha detto Alfeo Guzzon, dell’Anpi provinciale di Como:
Airoldi non fu affatto un fascista buono, come l’amministrazione comunale guidata da sua nipote Veronica vorrebbe far credere. Fu anzi uno zelante attuatore delle leggi razziali e nel 1939 pubblicò a proprie spese un volumetto intitolato ‘Elenco di cognomi ebraici’ per additare al pubblico ludibrio le famiglie ebree della zona, esponendole ai rastrellamenti nazisti”
La sindaca, alla fine, ha fatto marcia indietro: la mozione è stata ritirata. Ma il presidio si è ugualmente tenuto.
Perché non si può riscrivere la storia
hanno detto gli organizzatori. Un presidio che si è tramutato in una festa per la vittoria della memoria contro l’oblio.
Tra i partecipanti e relatori del presidio, anche Emilio Russo, segretario provinciale di Articolo Uno – Como.