Perché non pensare ad una Costituente del centrosinistra bresciano che definisca il perimetro delle forze in campo, le forme di coordinamento e le linee programmatiche?
Il dato politico post-elettorale ci consegna la fotografia di una destra radicale che continua a dettare l’agenda e un centrosinistra che appare fuorigioco. Fermo come un paracarro. E muto sul Che fare.
La forbice tra il voto europeo e quello amministrativo dice, invece, che, in potenza, i rapporti di forza tra la destra e la sinistra non sono cristallizzati nel rapporto 2 a 1. Guardiamo al dato bresciano. Hanno votato oltre 140 comuni. Stando al voto europeo la destra prevale, e di molto, in tutti o quasi. Con la Lega che raggiunge percentuali bulgare man mano che ci si allontana dalla Città e, paradossalmente, man mano che si dirada la presenza di stranieri.
Nello stesso giorno, nella stessa ora, nello stesso minuto, le elezioni per i sindaci e i consigli comunali ci consegnano un risultato radicalmente diverso: 70 comuni alla destra, 60 al centrosinistra e una decina a civiche difficilmente classificabili. Con ribaltoni eclatanti: da Leno a Gardone, da Sarezzo a Breno, a Gavardo.
Un dato generalizzato al territorio nazionale, ma che a Brescia raggiunge, forse, la sua dimensione più ampia. Vuol dire che, dobbiamo saperlo, l’elettore non vota con la pancia, ma con la testa.
Vuol dire che la destra non ha (ancora) cementato un nuovo blocco sociale. Vuol dire che il centrosinistra ha punti d’appoggio per risalire la china. Ma servono mosse all’altezza. Non solo a Roma. O meglio. Servono mosse politiche all’altezza, che dal basso vadano su per li rami.
L’Ulivo ebbe anticipazioni nei territori, Brescia tra questi. Perché non pensare che possa essere ancora così. Perché non pensare ad una Costituente del centrosinistra bresciano che definisca il perimetro delle forze in campo, le forme di coordinamento e le linee programmatiche di fondo generali e locali.
Noi di Articolo Uno siamo disponibili fin da subito ad avviare il percorso.
Uno dei problemi del centrosinistra è la frammentazione alla sinistra del Pd, quando ci sarebbe bisogno come l’aria di una sinistra riformista di governo, del lavoro e dell’ambiente, che, senza se e senza ma, sta nel campo largo dei progressisti.
Aggregare le personalità, le forze politiche e sociali che si riconoscono in questa prospettiva è l’altra faccia della medaglia di una iniziativa politica che Art Uno intende dispiegare.
Paolo Pagani – segretario provinciale di Articolo UNO