Notice: Trying to access array offset on value of type bool in /home/z61ns5e1/public_html/lombardia/wp-content/themes/articolouno/lib/286function.php on line 56
Sabato 18 gennaio a Milano si è riunito il Coordinamento lombardo di Articolo Uno Mdp con la presenza di Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera dei deputati.
All’ordine del giorno l’agenda di governo e le proposte in campo sulla nuova legge elettorale.
Diamo conto dell’analisi e della discussione attraverso il resoconto di due compagni di Articolo Uno Monza Brianza che hanno partecipato al Coordinamento: Ezio Dondé e Federica Villa.
Anzi tutto la legge elettorale, un tema indubbiamente tecnico, ma cruciale, poiché la legge elettorale che un paese decide di adottare incide sul rapporto tra elettori da un lato e rappresentanti e governanti dall’altro: la scelta di un sistema elettorale non è un semplice fatto tecnico. E’ una decisione politica che produce effetti concreti sulla strutturazione dei partiti e dei sistemi di partiti e sulle modalità di funzionamento delle istituzioni di rappresentanza e di governo.
L’esigenza e di dare reale rappresentanza politica all’orientamento dei cittadini è estremamente importante, così come non si può sottovalutare l’esigenza di dare governabilità al Paese. Dobbiamo essere consapevoli altresì che se la politica non si misura quotidianamente con i cittadini, con i loro problemi, ed è incapace di fare una sintesi non ci sarà né rappresentanza
né governabilità.
L’idea che sta emergendo nella maggioranza di governo di cui siamo parte attiva è quella di una legge elettorale di impostazione nettamente proporzionale con uno sbarramento al 5%. LeU è favorevole al sistema proporzionale, ma con una soglia di sbarramento inferiore, più idonea a rispecchiare le diverse realtà territoriali. In questo senso, un’ipotesi di lavoro è quella del “diritto di tribuna”, cioè la garanzia di una presenza in parlamento anche di quelle forze che pur non avendo superato il quorum a livello nazionale, lo abbiano superato in almeno tre collegi. L’obiettivo è quello di dare massima rappresentatività ai territori.
Il metodo maggioritario è stato sostenuto da gran parte della sinistra in condizioni politiche diverse e non potevano mancare alcune perplessità sulla svolta proporzionale, ma tutti abbiamo convenuto su quella proposta. Non dobbiamo pensare ad una legge elettorale che cambia ad ogni mutare del vento, ma il fatto che la legge elettorale non sia stata consolidata nella Costituzione lascia spazio a mutamenti che sono storicamente necessari.
L’azione del Governo. La legge di bilancio approvata da questo governo ha evitato “il disastro delle clausole di salvaguardia”.
Sarebbe sbagliato essere trionfalisti, ma occorre dire che, nella legge di bilancio, su sanità pubblica, lavoro, rimodulazione dell’Irpef, si è prodotta un’inversione di tendenza rispetto al passato. Le misure adottate sono sicuramente inferiori rispetto alle esigenze, soprattutto se pensiamo alla scuola, ma provenendo da anni di tagli e di finanziamenti col contagocce si sono realizzati obiettivi importanti in controtendenza. Ci sono riorganizzazioni aziendali dove non è più un tabù la presenza dello Stato. E’ stato “superato un iceberg”; ora si naviga in mare aperto e i prossimi mesi saranno fondamentali per affrontare con coraggio i temi della salute, del lavoro, della scuola. Ora l’azione di governo deve muoversi ancora più speditamente su fisco, evasione fiscale ed investimenti finalizzati a rimettere in moto il meccanismo economico più velocemente di quanto la situazione internazionale ci consentirebbe.
LeU è una forza piccola e la sua presenza nel Parlamento e nel Governo è risicata. Tuttavia ci sono riconosciuti impegno e senso di responsabilità. In questi due anni abbiamo conquistato un credito di coerenza e competenza ben superiori alla nostra forza numerica.
Siamo in una fase delicata sul Piano internazionale sia dal punto di vista economico che dei venti di guerra. Questo rende più difficile risolvere problemi, ma possiamo dire che ci sia stata e ci sia un’azione complessiva del governo che anche su questo ha mostrato equilibrio.
Siamo al centro di tre rivoluzioni in contemporanea: rivoluzione economica della globalizzazione, rivoluzione digitale, rivoluzione climatica percepita. C’è bisogno di un nuovo umanesimo. La parola chiave è “protezione”. L’egemonia della destra si basa sulla capacità di offrire protezione, ma con ricette sbagliate. La sfida per noi è quella di dare protezione con risposte di sinistra.
Nel dibattito si sono affrontate anche le prospettive politiche.
Siamo di fronte a forti difficoltà del Movimento Cinque Stelle che ha perso quasi tutta l’ala di destra del suo elettorato a favore della Lega e appare in preda ad una crisi esistenziale di fondo. C’è poi un Pd che lancia con Zingaretti l’idea di costituire una Formazione politica nuova, non accolta positivamente al suo interno. E’ evidente che i giochi si devono chiarire e che noi dobbiamo essere dentro in questo dibattito di forze più grandi di noi, ma abbiamo riaffermato la nostra autonomia e lo spessore delle nostre elaborazioni. Non abbiamo bisogno di ipotizzare rientri nel PD. Serve un nuovo soggetto. Di certo non dovrà essere un ritorno all’esperienza dei DS. Dovremo anche rinnovare, recuperare e mantenere vivo il rapporto con il mondo cattolico. Il nostro ruolo è quello di alzare il livello del dibattito, di non ridurlo agli schieramenti e di riuscire a portare la sinistra sparsa ad una posizione di dialogo per fare avanzare la prospettiva di una nuova formazione politica di sinistra, aperta ed inclusiva di impostazione ecologista. Riteniamo quindi il nostro ruolo politico tutt’altro che esaurito e sarà necessario portarlo avanti con iniziative a livello territoriale dove, tra l’altro, ci saranno anche importanti appuntamenti elettorali amministrativi.
Post Scriptum
A breve conosceremo l’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria. Sappiamo che la partita è difficile, ma l’alta affluenza ai seggi è un bel segnale per la democrazia. In Emilia Romagna, l’affluenza alle 19 è stata del 58,82%, quasi il doppio rispetto al 30,89% alla stessa ora nella precedente consultazione di riferimento nel 2014. L’affluenza in Italia per le elezioni regionali in Calabria, alle ore 19, è stata del 35,52%: il dato è in aumento rispetto al 34,68% della precedente consultazione di riferimento.