Il 6 luglio 2019 è una data che speriamo sarà ricordata nella storia della provincia monzese: la prima manifestazione brianzola per i diritti, organizzata dalla rete BrianzaPride
5.000 persone – 10.000 secondo gli organizzatori, ma i numeri definitivi si avranno a giorni – hanno sfilato per le torride vie di Monza per rivendicare politiche di uguaglianza, per i diritti civili e contro ogni forma di discriminazione. Un Pride cui gli organizzatori hanno lavorato per più di un anno e che si inserisce nel contesto dei Pride internazionali che quest’anno ricordano il cinquantesimo anniversario dai moti di Stonewall, nel 1969, che diedero avvio alle lotte di rivendicazione della comunità Lgbtq+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer).
Un corteo festoso, giovane, scanzonato e variopinto. Insieme a tanti ragazzi (compresi quelli dei Friday For Future) erano presenti molti sindaci dei comuni brianzoli che hanno scelto di dare il loro patrocinio (come Arcore, Triuggio, Sulbiate, Desio, Villasanta, Usmate Velate, Ronco Briantino, Carnate e Vedano al Lambro). Così come hanno aderito Cgil e Cisl, Anpi, Amnesty International, Arci Scuotivento, Libere Democratiche di Monza e Brianza, il PD, Brianza Rivoluzionaria, la sezione provinciale di Più Europa e poi ancora Brianza antifascista antirazzista antisessista, la lista civica Città Persone e tantissime altre associazioni.
Assente proprio il sindaco della città ospitante: Dario Allevi nei giorni precedenti aveva affermato di non voler dare il suo patrocinio a una manifestazione “politicizzata” (sic).
Questo rifiuto del sindaco, in effetti, evidenzia la vera natura di un’amministrazione di centro-destra: diritti civili e diritti sociali sono profondamente connessi. Lo sanno bene gli organizzatori che hanno affermato: “precarietà lavorativa, povertà e sfruttamento sono condizioni che determinano per chi è esposto a discriminazioni una qualità di vita ancora più misera”.
Tra le rivendicazioni della rete, quindi, c’è anche un sistema di welfare universale, accessibile a tutte e tutti, che riconosca tutte le forme di famiglie. Il Pride parte dalle rivendicazioni lgbt+ ma le amplia ricomprendendo altre tipologie di rivendicazioni, che sono state trattate nelle varie tappe in cui si è snodato il percorso.
Hanno scritto gli organizzatori: “Nel corso dei nostri serrati confronti siamo giunti a dirci che quello che vogliamo per la Brianza è uno Human Pride, perché ogni singolo esprime la propria preziosa personale diversità che lo rende speciale, indipendentemente da genere, colore della pelle, abitudini, credenze. Assolutamente e unanimemente certi del nostro essere «anti» (antisessisti, antirazzisti, antifascisti)”.
Uno “Human Pride“, dunque, per affermare che le differenze sono un valore e che la lotta per i diritti di chi è discriminato è trasversale all’interno di questa società.